martedì 31 gennaio 2017

Sull'anno appena concluso




In questi giorni sto attraversando un momento di sostanziale tranquillità, e infatti sono riuscito a rimettere mano a questo blog da mesi abbandonato a se stesso. 
Confesso che non mi ricordo l'ultimo periodo in cui ho goduto di tale quiete: guardando il calendario dell'anno appena concluso mi sono reso conto di come il 2016, oltre alle normali incombenze del lavoro, mi abbia offerto una serie di esperienze che mi hanno sicuramente dato molto, ma che ugualmente mi hanno obbligato a fare i conti con le mie energie e con la dura legge del tempo a disposizione.

Il 2016 prima di tutto è stato l'anno de "La reliquia di Costantinopoli", che mi ha dato l'opportunità di affacciarmi sulla ribalta del Premio Strega, conoscendo, prima a Sanremo, poi a Modena, poi a Benevento e infine a Roma, gli altri scrittori semifinalisti, con i quali ho potuto fare alcune chiacchierate davvero utili e illuminanti. 
Tutti e undici, al di là delle differenze di esperienze e di carattere, mi hanno offerto delle prospettive alternative circa il "mestiere dello scrivere", anche soltanto con una parola scambiata durante una cena, o una battuta sussurrata prima di partecipare alle serate ufficiali del Premio. 
Tra tutti gli autori incontrati vorrei però in particolare ringraziare, a mente fredda, Antonio Moresco e Simona Lo Iacono, con i quali ho avuto modo, forse casualmente o forse no, di confrontarmi un po' più da vicino. Ho potuto apprezzare la loro profonda e semplice umanità, mi hanno offerto degli stralci preziosi della loro esperienza di scrittori, e, in un contesto per me assolutamente nuovo e un po' disorientante, mi hanno aiutato a sentirmi un po' di più tra amici.

L'esperienza dello Strega è stata altrettanto utile e formativa dal momento che mi ha permesso di guardare da vicino il mondo dell'editoria, un macrocosmo ovviamente necessario alla nascita di ogni "oggetto libro", ma di cui si sente poco parlare: mi ha impressionato vedere la mole di professionalità, di competenze in campo e di esperienze differenti che confluiscono in una casa editrice o, ancora di più, in una rete di case editrici a confronto tra di loro, come appunto avviene ogni anno allo Strega.

Infine, quell'esperienza mi è stata utile per conoscere un po' di più me stesso, e per capire che l'aspetto della scrittura che ancora preferisco è, appunto, la scrittura in sé, più che la promozione e il "palcoscenico" su cui talvolta un libro ti porta.

Quasi in parallelo alle "fatiche costantinopolitane" il 2016 è stato anche l'anno dell'uscita del "Nuovo Sillabario veneto", per la BEAT edizioni. Una seconda tappa per certi aspetti, visto che le trenta nuove parole del secondo sillabario seguono a stretto giro, per logica e metodi narrativi, quelle del primo. Ma al tempo stesso anche un nuovo viaggio, visto il cambio di editrice e vista la presenza, nel "Nuovo sillabario", di alcuni capitoli "geografici" cui tengo molto, e che a mio avviso danno qualcosa in più, o almeno di diverso, rispetto al primo libro.

Al di là dei nuovi libri e dello Strega, l'anno è andato avanti con il consueto ritmo di presentazioni, tra biblioteche, librerie, scuole, osterie. Un viaggio che non si ferma mai, questo, e che mi porta talvolta in luoghi nuovi (ricordo con particolare gioia le prime puntate al di fuori del Nord Est, la prima nel milanese, e la seconda a Siracusa, per promuovere la Reliquia) e talvolta in luoghi noti, in cui ritorno, per certi aspetti, in famiglia (e qui un riferimento doveroso devo farlo alla splendida Osteria Pillonetto di Sernaglia della Battaglia).
Un amico fraterno, il cantastorie Otello Perazzoli, mi ha consigliato di tenere memoria delle presentazioni che faccio, magari con poche righe per ognuna, giusto per fissare quegli aspetti anche apparentemente minimi (la domanda, la critica, la battuta, la stretta di mano) che rendono unica e irripetibile ogni serata... Chissà. 

Da ultimo, al termine dell'estate del 2016, e avanti fino a pochi giorni fa, ho lavorato, cercando davvero di mettere a frutto ogni ora libera, a "qualcosa" che spero possa uscire nella sua veste definitiva nel corso di questo 2017. Per certi aspetti è ancora presto per fare previsioni, e quindi resto necessariamente sul vago, però, per quanto riguarda le cose certe, mi sono davvero divertito a scrivere quello che ho scritto, dal momento che ho cercato di inserire, in questo "qualcosa", alcuni elementi della narrativa che ho portato avanti sino ad ora e che spero i lettori apprezzino, primo fra tutti l'intreccio linguistico.
Non aggiungo altro e, come si dice, se son rose fioriranno.

Quindi, nel bene e nel male, intanto sono contento di poter mettere in archivio un 2016 davvero pieno e ricco; sono altrettanto lieto di poter tirare il fiato in questo freddo inizio di 2017; e spero infine che anche quest'anno appena iniziato possa portare qualche traguardo e qualche soddisfazione.

Buon anno a tutti!

Una mia recensione sul "Sussidiario"




Di seguito una mia recensione, comparsa nei giorni scorsi su "IlSussidiario.net", al libro bello e avvincente di Francesco Jori, "1516 - Il primo ghetto", Edizioni Biblioteca dell'Immagine.