giovedì 28 novembre 2019

Appuntamenti di dicembre

Ecco le presentazioni del mese di dicembre... Concentrate nella prima metà, per ovvie ragioni natalizie...
Colgo l'occasione per mandare a tutti voi e ai vostri cari i miei auguri di buone feste!



venerdì 22 novembre 2019

Novità per il 2020!

Nella casa della mia infanzia i libri sugli scaffali neri del salotto erano per definizione "libri del papà". Stavano per lo più fermi, solo ogni tanto mio padre ne prendeva un po' e li spolverava, portandoli in piccole pile sul terrazzino: un’ora d'aria, poi tornavano immobili sugli scaffali. Alcuni pure li leggeva, mio padre, ma pochi alla volta, così l’impressione generale della libreria restava di monumentale immobilità.
Mia madre entrava in quel mondo giusto per lamentarsi, più o meno affettuosamente, dello spazio occupato, io e mia sorella avevamo le nostre copie di Topolino, e poi i nostri libri “da bambini”, e la differenza ci pareva evidente, infatti quelli non avevano diritto di alloggiare sugli scaffali neri del salotto, restavano nella nostra camera, ammucchiati alla rinfusa.
Non potevamo toccare i “libri del papà”, erano messi in un certo ordine, e poi c’era il rischio di rovinarli, se avessimo avuto le mani sporche. Non era, a dire il vero, un divieto doloroso, in salotto ci andavo solo per la televisione. Ma ogni tanto, magari durante le vacanze o nelle domeniche invernali, quando mi prendeva la noia e girovagavo per la casa in cerca di distrazioni, mi capitava di fermarmi a guardare a lungo quei libri in fila.
Alcuni mi facevano paura, ed evitavo di salire con gli occhi fino alla loro posizione: ricordo che “Sotto il sole di Satana” di Bernanos mi spaventava, mi domandavo se davvero il diavolo fosse pronto a mordermi le dita, se mai avessi sfogliato quelle pagine. Altri libri invece mi piacevano: intanto erano alla mia altezza e potevo leggerne i titoli senza fatica, inoltre erano tutti uguali, formavano un parallelepipedo compatto, mi comunicavano un senso di ordine e di solidità. Avevano le copertine bianche, da lontano davano l'impressione di un unico blocco di marmo cesellato. C’era Pavese, i “Dialoghi con Leucò” e “Feria d’agosto”. C’era parecchio di Mario Rigoni Stern, e poi di certo “Menzogna e sortilegio”. Mi capitava di fissare intensamente lo stemma dell’editrice stampigliato sul dorso di quei libri, era quello che mi piaceva di più fra tutti, ovviamente per via dello struzzo, e per quell’ovale arabescato che lo racchiudeva: pareva pronto già lui a raccontarti una storia.
Chiaro, non si tratta solo di questo, con gli anni ho poi trovato tanti e tanti altri motivi per ammirare, amare e rispettare i volumi Einaudi. Ma insomma, credo che anche questo basti per giustificare la gioia, l’emozione e la giusta dose di euforica agitazione che provo adesso, scrivendovi che nel 2020 il romanzo che mi ha accompagnato in una delle esperienze di scrittura più piacevoli avute fino ad ora uscirà con Einaudi.
Come sempre la fila di persone cui mandare il mio grazie è lunga, qui intanto lo mando a Maria Cristina e alla Grandi e Associati, e ovviamente alle persone che in Einaudi stanno condividendo con me la loro passione e la loro professionalità, fra tutte Angela, Giulia e Paola. Grazie!



sabato 2 novembre 2019

Recensione su "La Sicilia"

Il grazie per questo bel pezzo va, oltre che alla redazione de "La Sicilia", alla cara amica e collega Annalisa Stancanelli, per la fiducia e la disponibilità preziosa!