lunedì 1 luglio 2013

Per i 50 anni di "Libera nos a malo"

"Libera nos amaluàmen. Non sono molti anni che il mio amico Nino s'è reso conto che non si scrive così. Gli pareva una preghiera fondamentale e incredibilmente appropriata: è raro che una preghiera centri così un problema. Liberaci dal luàme, dalle perigliose cadute nei luamàri, così frequenti per i tuoi figliuoli, e così spiacevoli: liberaci da ciò che il luame significa, i negri spruzzi della morte, la bocca del leone, il profondo lago! Liberaci dalla morte ingrata: del gatto nel sacco che l'uomo sbatte a due mani sul muro; del cane in Piazzola a cui la sfera d'acciaio arroventata fuoriesce fumando dal sottopancia; del maiale svenato che urla in cima al cortile; del coniglio muto, del topo di chiavica che stride tra il muro e il portone nel feroce trambusto dei rastrellatori. Libera Signore i tuoi figli da questo luàme, dalla sudicia porta dell'Inferno!"
Luigi Meneghello, "Libera nos a malo", 1963-2013

Ieri con mio grande onore e piacere ho partecipato alla lettura integrale, tenutasi a Malo, del capolavoro di Meneghello, in occasione dei cinquant'anni dalla sua pubblicazione.
Qui sopra, oltre alla foto del cartello che segnalava la mia postazione di lettura, ho riportato alcune tra le righe forse più significative del libro di Meneghello, a mio modesto parere un'opera che andrebbe per forza letta e fatta leggere almeno una volta nella vita, se si è nati tra il Garda e l'Adriatico, tra le Alpi e il Po.
Un grazie particolare all'Associazione "Luigi Meneghello" di Malo, per l'invito a far parte del gruppo dei lettori.

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